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Comune di Rimini - Settore Cultura
Cineteca Comunale
Via Gambalunga, 27
Info cineteca@comune.rimini.it
Tel. +390541704496 +390541704302
Il film, che avrebbe segnato l'esordio di Osvaldo Valenti alla regia, è registrato dall'Almanacco col "titolo provvisorio" I predoni del Sahara, e da "Cinema", il 25 sett. 1942, come I predoni del deserto. Nell'ottobre 1941 "Si gira" ne dà notizia come Gli ultimi tuareg e nel novembre pubblica la trama del film, ribattezzato I cavalieri del deserto. Il 21 novembre 1942 un articolo di "Film" (Y., Pochi contro la morte) ribadisce l'ultimo titolo e specifica che la troupe "si trova da più di un mese in Libia". "Cinema", il 25 novembre, se conferma I cavalieri del deserto (in parentesi: Gli ultimi tuareg), annuncia che "il complesso degli attori e dei tecnici, rientrato dall'Africa, è in procinto di iniziare gli interni presso lo stabilimento dell'ACI alla Farnesina". Ma, secondo la testimonianza di Guido Celano, il "rientro" è una fuga avventurosa e precipitosa, che segna il destino del film.
(Francesco Savio, Ma l'amore no, Sonzogno, Milano, 1975)
Il film non fu mai portato a termine e dalla stessa testimonianza di Celano, riportata dalla biografia di Kezich, risulta anche che Fellini, che collaborò alla sceneggiatura, seguì in Libia la realizzazione del film e che, quando il regista Talamo si ammalò, fu invitato dallo stesso Celano e da Valenti a girare alcune scene, poco prima che l'evoluzione della guerra non costringesse tutti al ritorno in patria fra mille traversie.